Mi raccomando...

di Marco Gualmini © 2006


“Mi raccomando, non premere quel pulsante!”

Dopo un miliardo e mezzo di anni dalla condensazione della nube planetaria, la Terra è ormai abbastanza fredda per consentire la formazione di ampi depositi di acqua. In questo fondamentale liquido si sono raccolte svariate molecole organiche portate qui dagli innumerevoli meteoriti che hanno bersagliato il pianeta. Questi composti sono stati sintetizzati nello spazio dall'effetto dei raggi cosmici sulle nubi costituite prevalentemente da idrogeno, ma contenenti anche carbonio, azoto e ossigeno, residui dell'evoluzione stellare.
Dopo innumerevoli tentativi, le combinazioni casuali delle semplici molecole organiche di base hanno portato finalmente alla costruzione di strutture organiche in grado di duplicarsi, lasciando però in questa loro duplicazione un margine di aleatorietà, che è sufficiente per consentire a questi abbozzi di vita modifiche alternative, alcune buone, altre pessime.
Dopo questo momento, dopo che una prima scintilla ha acceso il fuoco della via, la strada è concettualmente tutta in discesa. Le molecole sopravvivono meglio se si aggregano e specializzano, alcune destinate a perpetuare l'informazione, altre ad offrire protezione fisica alle prime, altre ancora semplificano l'estrazione di materie prime dall'ambiente circostante. In breve tempo si formano i primo organismi unicellulari, che poi si organizzeranno internamente per proteggere meglio il materiale genetico, è la nascita degli "eucarioti".
Ormai sono passati tre miliardi di anni. Le cellule hanno trovato vantaggioso unirsi in colonie, specializzandosi in compiti diversi e realizzando una sinergia che decreta il successo degli organismi multicellulari. Il processo procede a velocità sempre maggiore, formano organismi macroscopici sempre più grandi: è la cosiddetta "esplosione del cambriano".
Ad un certo punto, dopo svariati colpi di scena quali la conquista della terraferma da parte degli organismi acquatici, la grande estinzione del permiano, la più conosciuta estinzione dei dinosauri, inizia un periodo brevissimo, ma che definisce una nuova idea di evoluzione: appare il genere Homo. Certo, inizialmente non ne esiste una specie unica perfettamente definita, quanto piuttosto un gruppetto di sottospecie in competizione evolutiva: floresiensis, neanderthalensis, sapiens ecc. Proprio quest'ultimo alla fine ha prevalso, rimanendo l'unico dominatore del mondo. Si, perché se in precedenza ciascuna delle innumerevoli specie erano completamente subordinate ad un habitat in cui dovevano adattarsi, L'Homo Sapiens a partire dall'era chiamata “neolitico” ha cominciato a plasmare lui l'ambiente piegandolo alla propria volontà dapprima con l'agricoltura, poi sempre più velocemente con la rivoluzione industriale.
 

“Buongiorno Direttore”

“Buongiorno a tutti. Vi presento mio figlio William, l'ho portato a visitare il centro perché un giorno sarà lui a dovere portare avanti la baracca”;
“Vedi William, la nostra evoluzione, della nostra specie intendo, è del tutto anomala rispetto a quella di tutte le altre specie esistite sulla Terra; noi abbiamo avuto la possibilità di modificare il nostro stesso habitat allo stesso fine di ogni creatura vivente: proliferare il più possibile. Il culmine di questo anomalo processo si è raggiunto nel XXI secolo della storia umana, quando l'intera umanità è interconnessa da una fitta rete sociale basata sul commercio globale e su una rete di telecomunicazione estremamente capillare chiamata Internet. Le linee aeree i treni ultraveloci hanno rimpicciolito il mondo”

“...e i dinosauri?” disse William.

“Beh, i dinosauri si sono estinti perché improvvisamente il loro ambiente è cambiato, si dice a causa di un grande meteorite caduto sulla Terra, e loro non sono stati in grado di adattarsi. Se succedesse all'uomo non saprei proprio che ipotesi formulare. L'unica differenza è che l'uomo può riorganizzarsi in tempi molto più brevi rispetto ai ritmi dell'evoluzione biologica. Per tornare al discorso precedente, il principale problema della specie umana ad un certo punto è diventato quello della sovrappopolazione, le persone erano troppe rispetto alle risorse disponibili, o perlomento alle risorse garantibili a tutti in condizioni di stabilità sociale ed economica. Vai avanti tu Alexis, mentre io preparo un drink”.

Alexis è il responsabile tecnico del centro e stretto collaboratore del direttore. “Nel 2073, il famoso socioinformatico eurasiatico Liang Yuming dimostro la fattibilità e soprattutto la necessità di digitalizzare il Mondo. Senza entrare nel dettaglio della complessa dimostrazione matematica possiamo dire che in linea di principio questa possibilità è ammessa dal fatto che la realtà non è continua, ne qual caso per descrivere un volume finito si genererebbe informazione in quantità infinita, ma discreta, ovvero descrivibile come una griglia quadridimensionale di atomi spaziotemporali con dimensione pari ad una lunghezza di Planck. In un mondo virtuale, diceva, le risorse sarebbero illimitate, lo spazio a disposizione enorme e modularmente espandibile con il continuo incremento della potenza di calcolo. Già allora le prestazioni dei computer avevano raggiunto un livello tale da cominciare a rendere plausibile a livello teorico una simile possibilità. Fu solo dopo mezzo secolo che si poté iniziare a scannerizzare alcuni individui e trasferirli in una emulazione della realtà. Il processo è complesso ed irreversibile. Occorre effettuare determinare esattamente lo stato di ogni singolo neurone del sistema nervoso centrale a livello quantistico. Come avrai studiato a scuola, William, estrarre informazione quantistica da un sistema significa di fatto distruggerne la coerenza”...

“Alexis usa una terminologia precisa ma complessa. In sostanza vuole dire che una volta digitalizzati non si può tornare più indietro. Scusa Alexis se ti ho interrotto, prosegui pure”.

“I primi casi di persone scannerizzare riguardavano individui ricchi e stravaganti, disposte a pagare gli alti costi del servizio, gli innovatori, disposti a correre rischi per provare qualcosa di nuovo e non comune. Poi più vantaggiosamente la tecnologia fu utile a persone con gravi problemi di salute, malati terminali, che avevano così davanti la prospettiva di una nuova possibilità nel nuovo mondo ideale. Poi la tentazione di abbandonare il peso della vita materiale ed avere nuove opportunità spinse molti individui ad investire tutti i propri risparmi per fare il Grande Passaggio, come è stato chiamato dai media. per molti divenne una sorta di nuova religione, di nirvana. Ci vollero però quasi due secoli di campagne pubblicitarie e di incentivi fiscali per convincere ogni singolo individuo, anche i più reticenti e tradizionalisti, a fare il salto definitvo. Poiché i qubit non occupano praticamente alcuno spazio, il Nuovo Mondo può ospitare un numero enorme di individui, e ciascuno potrebbe avere a disposizione uno spazio emulato esteso a perdita d'occhio. Il motivo per cui la gente si affolla lo stesso risiede nell'istinto sociale connaturato all'animo umano. Noi, in questo momento ci troviamo in questo mondo, questa tecnicamente parlando è una emulazione, ma nessuno ci fa più caso”.

“Ma i problemi, come sempre, non mancano! Molti tra i meno abbienti furono tentati di una rete criminale di digitalizzazione clandestina, che però non adottava procedure corrette e spesso creava degli avatar digitali difettosi, in termini di qualità della vita emulata. Ciò a portato alla formazione di disparità sociali tra le discendenze dei differenti input originali. In ultima analisi il risultato fu che il mondo virtuale non è il paradiso che ci si può immaginare, ma una trasposizione della realtà precedente, con molti dei suoi contrasti e delle sue difficoltà. Le persone digitalizzate hanno sempre gli stessi istinti, le stesse pulsioni, le stesse debolezze, c'è sempre il rischio di guerre, terrorismo o chissà che altro. E per di più esistono i virus informatici che ci flagellano. Questo prodigioso mezzo offre possibilità inimmaginabili, sia nel bene che nel male. È per questo motivo che ad un certo punto fu previsto un sistema di sicurezza in grado di annullare l'intera operazione nel caso qualcosa prenda una via imprevista e devastante. L'idea è venuta dopo avere letto in un libro di storia che i computer usati nel XX secolo avevano una funzione simile, chiamata reset, che cancella ogni cosa fatta dall'utente e riporta il sistema allo stato originale. Ebbene, qui, nel centro di controllo che io dirigo, è installato il pulsante che attiva questa funzione, è li, su quel quadro di controllo ma, mi raccomando...”.